5 falsi miti sulla Lingua Italiana dei Segni

Domenica scorsa si è celebrata la giornata mondiale del sordo, un momento per supportare una comunità che conta circa 7 milioni di persone.
Quest’anno segna un momento storico per i sordi in Italia, ovvero il riconoscimento ufficiale della LIS (Lingua Italiana dei Segni), come una vera e propria lingua, e degli interpreti LIS come figure professionali.

La comunicazione tra esseri umani è fondamentale da un punto di vista evolutivo; gli ultimi dati scientifici pubblicati sulla LIS rivelano che a livello neurale, la comprensione della lingua dei segni sfrutta la stessa area del cervello che viene attivata per comprendere il linguaggio parlato, ovvero l’area di Broca o area del linguaggio articolato. Tutto questo ha permesso al cervello di supportare il linguaggio senza che fosse vincolato a una componente sonora.
Conosci la LIS? Per creare maggiore consapevolezza nella giornata che celebra i sordi, è importante sfatare i miti che spesso le vengono associati.

1. Esiste solo una LIS.No, la lingua dei segni non è un linguaggio universale, ma vi sono 300 diverse lingue dei segni in tutto il mondo, legate alla cultura nella quale si sono sviluppate. Non sempre, attraverso queste lingue, i segni convergono gli stessi significati. Per esempio, il segno che indica “aiutare” in cinese, nella lingua italiana significa “spingere”. Esiste, tuttavia, una lingua comune, la ISL (International Sign Language). Essa consta però solo di segni lessicali e non ha quindi ancora acquisito lo status di vera lingua.
2. La grammatica delle lingue dei segni è uguale a quella delle lingue parlate.
No, le lingue dei segni si basano su regole grammaticali proprie, diverse da quelle delle lingue parlate nel loro paese di appartenenza. Per esempio, in italiano le frasi sono composte da soggetto + verbo + oggetto (“Giulia mangia la pasta”), mentre nella LIS, la stessa frase viene costruita con soggetto + oggetto + verbo (“Giulia la pasta mangia”).
3. Per usarla servono solo le mani.Questo è un luogo comune diffuso e falso. La LIS si basa su 7 principi fondamentali, di cui 4 riguardano l’uso delle mani (movimento, orientamento, configurazione e luogo), mentre le altre 3 coinvolgono le espressioni del viso, la postura e le espressioni orali. In particolare, l’espressività del viso, come movimenti delle sopracciglia, chiusura delle palpebre, direzione dello sguardo e movimenti della bocca, permettono di donare diverse sfumature alle frasi.
4. È facile imparare una lingua dei segni.
Non proprio, come ogni lingua che si rispetti, per imparare a parlare la LIS fluentemente servono anni di pratica. Un bel posto per cominciare è Babbel, piattaforma online per l’apprendimento di lingue, che offre 6 video per avvicinarsi al mondo della LIS.
5. La LIS è stata inventata da persone udenti.
No, le lingue dei segni si sono sviluppate naturalmente e spontaneamente grazie alle persone non udenti, e si ritiene che le prime forme siano molto antiche, nate in parallelo alle lingue parlate, come attestano alcune fonti storiche, che ne testimoniano la presenza sin dal tempo degli antichi romani.

Per apprendere la lingua dei segni è necessario rivolgersi all’ENS, Ente Nazionale Sordi, che si occupa di diffondere la LIS attraverso corsi specializzati. Ci sono tre livelli del linguaggio dei segni e ognuno prevede un test finale di apprendimento, per poter accedere al successivo.

Fonti:
https://www.corriere.it/cronache/21_maggio_20/lingua-italiana-segni-stata-riconosciuta-ufficialmente-712d2128-b980-11eb-9c80-c1fe6e22b062.shtml
https://www.acusticabolognese.it/blog/le-lingue-dei-segni-internazionali-5-miti-da-sfatare-sulle-lingue-dei-segni
https://it.babbel.com/it/magazine/babbel-e-la-lingua-dei-segni-italiana
Trettenbrein PC, et al. Functional neuroanatomy of language without speech: An ALE meta-analysis of sign language. Hum Brain Mapp. 2021 Feb 15;42(3):699-712.
https://www.educaweb.it/notizia/2015/04/09/imparare-lingua-segni-dove-perche-8781/

30/09/2021

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