Covid-19 e oncologia
L’emergenza Covid-19 ha travolto in poco tempo la maggior parte dai Paesi, in primis l’Italia.
Molti guardano al nostro Paese come modello di organizzazione che è riuscito in tempi brevi a reinventarsi nel mezzo di una situazione d’emergenza.
Gli ospedali sono stati costretti a riorganizzare i propri servizi e i camici bianchi, coinvolti nell’assistenza ai malati di Covid-19, a combattere in prima linea contro il virus.
Ma fra questi ultimi, già costantemente messi alla prova, si aggiungono i medici oncologi a cui è richiesta una duplice sfida. Come afferma Giovanni Apolone, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT), «il rischio di contagio non risparmia nessuno e i pazienti con un cancro sono una popolazione particolarmente fragile». Il Covid-19 ha portato numerosi disagi per questi malati che, nonostante l’emergenza, continuano ad aver bisogno della miglior qualità di assistenza possibile. Devono essere considerate tutte le attività che vanno dalla diagnosi alle terapie cliniche e all’assistenza psicosociale.
Così, i medici dell’INT e quelli di altri 6 Centri europei affiliati al Cancer Core Europe si sono messi al lavoro per omogeneizzare l’assistenza oncologica. La loro esperienza ha richiamato l’attenzione di Nature Medicine, rivista mondiale di medicina, che ha pubblicato le loro Linee guida mettendo a confronto le scelte adottate e che ora dovranno essere prese come riferimento dagli altri Centri.
Ecco riassunte le azioni comuni:
- Sono stati presi provvedimenti per mantenere inalterata la qualità di assistenza malgrado la carenza di dispositivi di protezione, letti e personale
- I trattamenti, se possibile, sono stati posticipati o adattati per proteggere il sistema immunitario dei pazienti
- Le interazioni tra medici e pazienti sono state convertite in virtuali
- Gli studi clinici sono stati rivalutati per verificare la necessità di mantenimento o interruzione.
19/05/2020