Giornata mondiale contro i disturbi alimentari

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie molto gravi, associate a significativi tassi di morbilità, ovvero frequenza di manifestazione, e mortalità, altamente diffuse nella fascia di età compresa tra i 13 e i 17 anni e in aumento soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Secondo l’ultima versione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), i più frequenti disturbi del comportamento alimentare sono:
- anoressia nervosa caratterizzata dal bisogno di controllare il proprio peso attraverso la ridotta assunzione di cibo, spesso associata a eccessivo esercizio fisico;
- bulimia nervosa contraddistinta da un’alternanza tra momenti di perdita del controllo, con assunzione di grandi quantità di cibo, e comportamenti compensatori (vomito autoindotto, abuso di lassativi, eccessivo esercizio fisico);
- disturbo dell’alimentazione incontrollata (binge eating) caratterizzato da episodi di abbuffate incontrollate, seguite da stati di imbarazzo o vergogna legati al proprio comportamento;
- altri disturbi specifici dell’alimentazione o da ingestione di cibo rilevabili quando i sintomi non corrispondono a quelli caratteristici delle altre categorie, ma si manifestano comunque comportamenti alimentari disfunzionali.
Le cause alla base dello sviluppo dei disturbi alimentari non sono ancora del tutto note; tuttavia, i risultati di una ricerca di Gaete e Lopez, pubblicata di recente, suggeriscono che alcuni fattori biologici, psicologici, comportamentali e socio-ambientali sarebbero in grado di interagire in maniera complessa causando il disturbo e determinandone la persistenza. L’insorgenza di queste patologie non è quindi solo correlata ad alterazioni dello stato emotivo, come ansia, bassa autostima o personalità ossessiva, ma anche ad alterazioni neurofisiologiche e a variazioni genetiche.
I disturbi del comportamento alimentare sono quindi patologie complesse, da non sottovalutare ed è essenziale riconoscerli precocemente per adottare tempestivamente il giusto trattamento. Una serie di condizioni, infatti, come la tendenza a nascondere o negare di essere affetto da un disturbo alimentare e la scarsa formazione degli operatori sanitari in quest’ambito, può ostacolare la prevenzione, l’indagine e il trattamento di queste patologie. Esistono però chiari segnali che possono aiutare a identificare la presenza di un disturbo alimentare, tra cui: perdita di peso rilevante, esercizio fisico eccessivo, abitudine a mangiare troppo velocemente o troppo lentamente e a recarsi in bagno dopo i pasti.
Prestare attenzione a questi segnali è fondamentale per riconoscere l’esordio di un disturbo alimentare, che spesso può colpire persone a noi vicine. Si tratta infatti di disturbi spesso vissuti con disagio e avere il conforto di un amico o familiare può essere la chiave per la buona riuscita del trattamento e il conseguente decorso favorevole della malattia.
Fonti
https://www.nhs.uk/mental-health/feelings-symptoms-behaviours/behaviours/eating-disorders/overview/
Gaete PV, López CC. Trastornos de la conducta alimentaria en adolescentes. Una mirada integral [Eating disorders in adolescents. A comprehensive approach]. Rev Chil Pediatr. 2020 Oct;91(5):784-793.