Interferenti endocrini: quando gli ormoni perdono il segnale

Nel nostro organismo vengono prodotti più di cinquanta ormoni da parte del sistema endocrino, i quali, tramite la circolazione sanguigna, raggiungono i tessuti e gli organi. Gli ormoni svolgono il ruolo di messaggeri chimici, mettendo in comunicazione i vari organi e influenzandone l’attività; controllano processi fisiologici indispensabili per l’organismo e il suo sviluppo, come la crescita, la riproduzione, il sonno, la fame, la temperatura corporea e l’utilizzo degli alimenti. Basta una quantità minima di ormoni per innescare risposte importanti nell’organismo, quindi, anche una piccola perturbazione nella loro regolazione può scatenare effetti significativi nel nostro corpo.

Per questo è fondamentale fare informazione sugli interferenti endocrini, ovvero – secondo la definizione dell’OMS – su quelle sostanze esogene che alterano la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie. Possono essere sostanze di vario genere, presenti in natura o immesse nell’ambiente in seguito ad attività umane. Si trovano principalmente nel terreno, nell’acqua, nell’aria e negli alimenti, ma si nascondono anche negli imballaggi alimentari, nei farmaci e nei cosmetici, quindi, hanno una distribuzione molto ubiquitaria e questo li rende ancora più pericolosi per l’uomo e l’ambiente.

Gli interferenti endocrini perturbano il normale funzionamento degli ormoni, alterandone la via di comunicazione e il messaggio trasdotto. Possono agire a diversi livelli, interferendo con la sintesi o la degradazione degli ormoni endogeni, mimandone l’azione o inibendone l’attività. Gli effetti sulla salute dell’uomo e dell’ambiente sono molteplici. Alcuni interferenti endocrini possono favorire l’obesità, in quanto influenzerebbero la regolazione del metabolismo di zuccheri e grassi; il rischio in questo caso è più alto se l’esposizione avviene nei primi anni di vita.

Un impatto precoce a queste sostanze potrebbe anche rendere gli individui maggiormente predisposti a disturbi della pubertà o della fertilità, soprattutto quella maschile. Una recente ricerca suggerisce che l’effetto negativo sull’apparato riproduttore non sia dato dall’esposizione ad una singola sostanza, ma dal cosiddetto “effetto cocktail”, cioè dall’esposizione contemporanea a più agenti. Gli interferenti endocrini si diffondono, inoltre, in tutto l’ambiente contaminando suolo e fiumi e mettono a rischio non solo l’uomo, ma tutti gli organismi viventi.

Numerosi studi hanno infatti evidenziato diverse anomalie negli animali dovute agli effetti di queste sostanze, osservati principalmente in popolazioni di pesci, rettili, invertebrati e uccelli.
Visti i danni che questi perturbatori endocrini apportano alla nostra salute e all’ecosistema, ecco alcuni validi consigli per ridurne al minimo l’esposizione:
• utilizzare una cappa aspirante durante la cottura degli alimenti;
• non riutilizzare i recipienti in plastica per gli alimenti se di tipo monouso;
• non mangiare alimenti con parti bruciate;
• limitare l’utilizzo di capi di abbigliamento trattati con idrorepellenti e antimacchia;
• lavare i vestiti nuovi prima di utilizzarli;
• evitare i cosmetici che contengono conservanti, quali i parabeni;
• evitare prodotti fabbricati con PVC morbido, nell’acquisto di oggetti per l’arredo della casa e dell’ufficio.

Referenze:
1. https://www.epa.gov/endocrine-disruption/overview-endocrine 
2. https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/interferenti-endocrini-aumentare-il-rischio-di-cancro
3. WHO – https://www.who.int/publications/i/item/state-of-the-science-of-endocrine-disrupting-chemicals
4. https://presse.inserm.fr/en/the-impacts-on-reproductive-function-of-early-exposure-to-endocrine-disruptors/44206/

17/05/2023

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