Le emozioni sotto la mascherina

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l’uso delle mascherine come importante presidio di protezione individuale e di controllo della trasmissione del COVID-19. Tuttavia, l’utilizzo di questo dispositivo si è rivelato essere una nuova sfida nella relazione tra personale sanitario e paziente.

La comunicazione non verbale e l’aspetto emozionale sono una componente importante del rapporto medico paziente. La creazione di una connessione emotiva aiuta infatti il paziente a tranquillizzarsi e alimenta la sua fiducia nei confronti del medico. Al contrario, per il medico, capire lo stato emotivo del proprio paziente potrebbe essere una chiave importante per migliorarne la gestione ed evitare problemi di aderenza alla terapia.

Oggi, con l’utilizzo della mascherina necessaria per il contenimento del Covid-19, la comunicazione medico-paziente sembrerebbe essere ostacolata a causa dell’impossibilità di leggere il labiale o riconoscere l’espressione del volto del proprio interlocutore, rendendo meno fluido l’ascolto e la comprensione.

Sono molti i gruppi di ricerca che si stanno organizzando per studiare a fondo questo problema, cercando di individuare possibili soluzioni. Studi sui processi emozionali hanno ormai consolidato come la visione completa del volto favorisca una corretta attivazione dei neuroni specchio e il conseguente riconoscimento delle emozioni.

Gli stessi studi dimostrano come la mascherina impedisca la piena identificazione soprattutto delle emozioni che si manifestano maggiormente nella parte inferiore del viso.

Tuttavia, un recente articolo pubblicato da Anna Kerr dell’Università di Atene e Carma Bylund dell’Università della Florida dimostra che è possibile entrare in empatia con il proprio interlocutore nonostante l’uso della mascherina. I due ricercatori suggeriscono 10 accorgimenti per migliorare l’interazione con i pazienti quando si indossa la mascherina. I consigli includono l’utilizzo di un tono di voce espressivo, parlare lentamente, mantenere il contatto visivo (in particolare se la persona sta esprimendo emozioni o dubbi), utilizzare il linguaggio del corpo e la gestualità per trasmettere i propri stati d’animo.

Un suggerimento pratico è quello di riorganizzare l’ambiente dell’ambulatorio, ad esempio non stare seduti dietro la scrivania, ma trovando una sistemazione tale per cui i corpi degli interlocutori siano ben visibili, facilitando così il riconoscimento dei gesti e della postura.

Un ulteriore aiuto potrebbe arrivare dall’implementazione della telemedicina, ovvero l’insieme di tecniche mediche e informatiche che permettono di fornire servizi da remoto. In questo modo, il medico avrebbe il vantaggio di poter coltivare un rapporto di fiducia ed empatia, grazie alla possibilità di visitare il paziente, almeno in alcuni momenti, a volto scoperto e in piena sicurezza.

Fonti:

Gipo.it

Gipo.it

MedPage Today

State of mind

https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpubh.2020.582191/full

23/02/2021

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