Pomodori per il Parkinson

Uno studio recente condotto da ricercatori del John Innes Center ha portato alla luce una varietà di pomodori geneticamente modificati in grado di produrre L-DOPA, il gold standard nel trattamento della malattia di Parkinson.

In quanto precursore della dopamina – il neurotrasmettitore che viene progressivamente a mancare nella patogenesi della malattia di Parkinson – la versione sintetica di L-DOPA è il farmaco di prima scelta per alleviare i sintomi motori della patologia.

Pur essendo stata inclusa dall’OMS nella lista dei medicinali essenziali, L-DOPA non è sempre di facile reperibilità nei paesi in via di sviluppo, dove mancano le infrastrutture per produrlo o dove il suo costo di circa $2 al giorno non è sostenibile. Considerata la crescente diffusione della malattia di Parkinson, che con 6 milioni di pazienti affetti la rende la seconda malattia neurodegenerativa al mondo, trovare delle fonti alternative per L-DOPA rappresenta un obiettivo di grande rilevanza.

I ricercatori hanno scelto come vettore per la produzione di L-DOPA il pomodoro, sia perché è uno degli ortaggi più consumati, sia perché il suo genoma è noto da diversi anni, quindi vi sono numerose risorse e strumenti che permettono lo studio di questa pianta. Inoltre, i frutti del pomodoro, nei quali i ricercatori hanno selettivamente stimolato la produzione di L-DOPA, sono ricchi di vitamina C, la quale previene l’ossidazione di L-DOPA.

Il pomodoro transgenico che è stato generato conteneva un gene clonato dalla pianta di barbabietola che permette l’accumulo di L-DOPA. Da ogni chilogrammo di pomodori sono stati ricavati 150 mg di L-DOPA, che possono essere estratti e purificati. Sono stati inoltre rilevati ulteriori benefici, come una maggiore durata di conservazione del frutto e maggiore compattezza della buccia in seguito al raccolto.

La produzione intensiva di pomodori non richiede né tecnologie avanzate né grandi investimenti. Ciò permetterebbe una produzione a livello locale ed economica di L-DOPA, rappresentando quindi una interessante fonte alternativa per il trattamento della malattia di Parkinson.

Fonti:

21/12/2020

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