Zoom fatigue

Zoom fatigue: come il nostro cervello viene influenzato dallo smart working
Il lavoro è una delle tante cose con cui il COVID-19 ci ha messo alla prova: la pandemia ha confinato infatti l’ambiente lavorativo ad uno spazio puramente virtuale e intensificato il nostro tempo trascorso in videochiamata con colleghi e/o partner commerciali.
Queste nuove interazioni virtuali hanno mostrato di avere un’influenza sul nostro cervello, affaticato dal surplus di attività online al quale non siamo abituati.
E a fine giornata siamo esausti, tanto che il National Geographic ha coniato un nuovo termine per definire la sensazione di eccessivo affaticamento mentale: “Zoom fatigue” (facendo riferimento a Zoom, una delle piattaforme più utilizzate per le riunioni da remoto, ma che si applica anche alle videochiamate fatte da qualsiasi altra interfaccia simile).
Ma perché le videochiamate ci rendono più stanchi delle riunioni face-to-face?
Perché quando facciamo una riunione dal vivo, notiamo ed elaboriamo in maniera automatica una serie di segnali che provengono dal nostro interlocutore, come la gestualità e l’espressione, riuscendo, allo stesso tempo, a mantenere l’attenzione su ciò che dice colui che sta parlando. Inoltre, abbiamo una visione laterale, che ci consente di cogliere anche le reazioni degli altri partecipanti alla riunione, permettendoci di adeguare il nostro intervento in base all’input che riceviamo dall’esterno. Essendo animali sociali, siamo abituati a percepire questi segnali, i quali richiedono un minimo sforzo cosciente di analisi.
Nei meeting online, tutto ciò viene a mancare: non si colgono gestualità, espressioni facciali, postura, distanza delle persone che partecipano allo scambio. Si perde la cosiddetta “componente non verbale” della comunicazione, che, secondo la teoria di Mehrabian e Ferris è pari al 55% della comunicazione. Si alterano così le nostre capacità naturali di cogliere i segnali non verbali e quindi siamo portati ad avere un’attenzione intensa e costante verso le parole, consumando più energie.
Inoltre, il contatto visivo prolungato, che di solito si instaura durante le videochiamate con più partecipanti, amplifica il livello di spossatezza, perché può essere percepito come minaccioso e perché il nostro cervello si sforza a decodificare più persone allo stesso tempo, nessuna delle quali emerge in maniera significativa.
Le riunioni online, quindi, aumentano il nostro carico cognitivo, che determina il senso di stanchezza a fine giornata
Come possiamo ridurre la Zoom fatigue?
- Limitare il numero di videochiamate durante la giornata
Usare gli strumenti virtuali con più moderazione, valutando se la riunione può essere sostituita con una e-mail o un messaggio di testo o alternando videochiamate con semplici telefonate, può risultare meno stressante.
- Spegnere la videocamera
I ricercatori sostengono che quando si è in video, si tende a passare la maggior parte del tempo a fissare il proprio viso. Perciò, quando ci si sente sovra-stimolati, si possono risparmiare energie spegnendo la videocamera o invitando gli altri partecipanti a farlo, per evitare di focalizzarci sui loro volti o sugli sfondi alle loro spalle.
- Prendere delle pause
Prendere delle pause durante le videochiamate più lunghe, volgendo lo sguardo per pochi istanti lontano dal vostro schermo, può aiutare a far riposare i vostri occhi. Sarebbe utile anche considerare meeting di 25-50 minuti, anziché di 30-60 minuti, per darvi il tempo sufficiente di alzarsi e muoversi un po’.
- Evitare il multitasking
Passare da un’attività ad un’altra in poco tempo può costare anche il 40% della produttività in termini di tempo, poiché, per svolgere differenti tipi di compiti, siamo portati a spegnere e accendere parti differenti del cervello. Per tale motivo, durante le videochiamate, è preferibile rimanere presenti evitando ogni fonte di distrazione, ad esempio: mettendo da parte il telefono, chiudendo tutti i programmi, i tab e la inbox delle e-mail.
Questi accorgimenti possono prevenire la sensazione di stanchezza che può manifestarsi al pensiero di un’altra videochiamata. È già abbastanza estenuante cercare di adattarsi ad una nuova normalità, perché non rendere le videochiamate più facili al fine di rendere il lavoro un po’ meno stressante?
Fonti:
- https://www.humanitas.it/news/26234-smart-working-didattica-distanza-influiscono-sul-nostro-cervello
- https://www.nationalgeographic.it/storia-e-civilta/2020/05/zoom-fatigue-come-le-interazioni-virtuali-influenzano-il-nostro-cervello
- https://ideas.ted.com/zoom-fatigue-is-real-heres-why-video-calls-are-so-draining/
- https://hbr.org/2020/04/how-to-combat-zoom-fatigue
- Vogel D et al. Verbal and non-verbal communication skills including empathy during history taking of undergraduate medical students. BMC Med Educ. 2018; 18: 157.
Carla Centonze – Medical Writer