Gufi e allodole: il bioritmo

’Early to bed and early to rise makes a man healthy, wealthy, and wise’’ (Andare a letto presto e alzarsi presto rende un uomo sano, ricco e saggio) è una delle massime attraverso cui Benjamin Franklin, noto scienziato e politico statunitense, spiegava quanto avere il giusto ritmo sonno-veglia potesse influire positivamente sul benessere fisico e psicologico, permettendo di ottenere più successo in ambito lavorativo.  

Ma quali sono i fattori biologici che regolano il nostro bioritmo? 

I tempi sonno-veglia abituali sono determinati da interazioni piuttosto complesse tra segnali temporali ambientali (per esempio il ciclo luce-buio), orologi circadiani e omeostasi sonno-veglia, e variabili in relazione al contesto genetico individuale. Ogni persona presenta una diversa capacità di adattamento ai ritmi di sonno, veglia e lavoro nell’arco delle 24 ore della giornata. Questa caratteristica individuale prende il nome di ‘’preferenza diurna’’, ‘’preferenza mattina-sera’’ o ‘’cronotipo’’ ed è scomponibile in due grandi categorie. 

  • Le persone che appartengono al cronotipo serale sono soprannominate ‘’gufi’’: si sentono più vitali la sera e tendono ad addormentarsi tardi. 
  • Le persone che appartengono al cronotipo mattutino sono soprannominate ‘’allodole’’: presentano più energia al mattino e tendono ad addormentarsi presto. 

Ma quanta influenza può avere il cronotipo sul nostro stato di salute? 

Secondo uno studio condotto dalla UK Biobank, i ‘’gufi’’ sarebbero esposti a un più elevato rischio di mortalità. Il disallineamento tra gli orologi biologici endogeni e i tempi delle attività sociali (es. lavoro o pasti), denominato disallineamento circadiano, ha infatti una serie di ripercussioni sullo stato di salute, che consistono in:  

  • alterazioni del metabolismo del glucosio; 
  • disturbi dell’umore; 
  • aumento del rischio di sovrappeso ed eventi cardiometabolici avversi, causati dal maggiore “jetlag sociale” (andare a letto tardi e svegliarsi più tardi nei giorni non lavorativi); 
  • aumento del rischio di diabete e cancro al seno e alla prostata, a causa della maggiore esposizione alla luce artificiale notturna che, riducendo i livelli di melatonina prodotta, porta a una maggiore resistenza all’insulina.  

Ulteriori studi sono necessari per comprendere l’esatta correlazione esistente tra cronotipo e rischio di mortalità, che permetterebbero di sviluppare strategie adeguate a mitigare i fattori di rischio. Queste potrebbero consistere nell’adozione di migliori abitudini comportamentali o nella messa a punto di nuove terapie specifiche per il sistema circadiano, personalizzabili in relazione al cronotipo individuale, con il potenziale per migliorare in modo significativo non solo il benessere e la salute, ma anche le aspettative di vita dei cosiddetti ‘’gufi’’.  

 

Silvana Danese, Junior medical strategist 

 

Fonti 

Poor Richard, 1735. An Almanack For the Year of Christ 1735 … By Richard Saunders, Philom. Philadelphia: Printed and sold by B. Franklin, at the New Printing-Office near the Market. (Yale University Library) 

Knutson KL, von Schantz M. Associations between chronotype, morbidity and mortality in the UK Biobank cohort. Chronobiol Int. 2018 Aug;35(8):1045-1053. doi: 10.1080/07420528.2018.1454458. Epub 2018 Apr 11. PMID: 29642757; PMCID: PMC6119081. 

Putilov AA. Owls, larks, swifts, woodcocks and they are not alone: A historical review of methodology for multidimensional self-assessment of individual differences in sleep-wake pattern. Chronobiol Int. 2017;34(3):426-437. doi: 10.1080/07420528.2017.1278704.  

 

28/11/2022

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