Novità sull’Alzheimer: in arrivo un farmaco innovativo

Il 6 gennaio 2023 la Food and Drug Administration (FDA) ha concesso l’approvazione accelerata per Leqembi (lecanemab), anticorpo monoclonale sviluppato dalle aziende farmaceutiche Eisai e Biogen per il trattamento della malattia di Alzheimer.

Billy Dunn, direttore della Divisione di Neuroscienze del Center for Drug Evaluation and Research della FDA, ha dichiarato: “La malattia di Alzheimer rende immensamente difficile la vita di coloro che ne sono affetti e ha effetti devastanti sui loro cari. Questo farmaco è la più recente opzione terapeutica che mira a colpire il processo patologico alla base dell’Alzheimer invece di trattare solo i sintomi della malattia“.

Ma come agisce lecanemab e quali sono gli elementi che hanno spinto la FDA ad approvare questo farmaco? Per capirlo è necessario descrivere brevemente le caratteristiche della malattia di Alzheimer.

Questa patologia, in cui entrano in giocano numerosi fattori di rischio, provoca la degenerazione delle cellule nervose ed è la principale causa di demenza, caratterizzata da una progressiva perdita della funzione cognitiva e della capacità di svolgere autonomamente le attività quotidiane.

Sono state fatte diverse ipotesi sulle cause della malattia di Alzheimer. Una delle principali vede coinvolta la proteina beta-amiloide, che se presente in quantità consistenti nel cervello forma delle placche responsabili della degenerazione del tessuto nervoso. Lecanemab prende di mira proprio questa proteina, con l’obiettivo di ridurne l’accumulo a livello cerebrale.

In base ai risultati dello studio pubblicato sulla rivista scientifica The New England Journal of Medicine, il trattamento con lecanemab ha ridotto i marcatori di amiloide in soggetti affetti da Alzheimer precoce e ha determinato un declino cognitivo e funzionale moderatamente inferiore rispetto al placebo.

Un risultato importante, poiché per la prima volta si è osservato un rallentamento del declino cognitivo in una sperimentazione clinica su un farmaco destinato al trattamento dell’Alzheimer. La comunità scientifica raccomanda tuttavia cautela: è necessario chiarire se questa riduzione del declino cognitivo abbia un impatto reale sulla vita quotidiana di pazienti e caregiver e bisogna valutare anche gli eventuali eventi avversi correlati al trattamento. Gli stessi autori dello studio affermano che sono necessarie ulteriori indagini, di maggiore durata, per determinare l’efficacia e la sicurezza di lecanemab nella malattia di Alzheimer precoce.

Non resta dunque che attendere ulteriori studi, ma questo importante traguardo dimostra come la ricerca scientifica abbia compiuto un ulteriore passo avanti nella cura di questa patologia così complessa e invalidante.

Fonti:

16/02/2023

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