Stare bene grazie all’intelligenza emotiva

È parere diffuso ritenere che rispondere sinceramente alla domanda “come stai?” non sia un’impresa facile ma tutto sommato che ce la si possa cavare con risposte stereotipate come un cordiale “tutto bene”, “non c’è male” o simili. Ma se dopo queste risposte le cose si complicassero e ci chiedessero “perché”?

Vi siete mai chiesti effettivamente qual è la chiave che vi permette di “sentirvi bene, in salute” e soprattutto cosa vuol dire “salute”?

Da sempre gli scienziati hanno cercato di rispondere a queste domande studiando gli elementi alla base di questo stato fisico e psicologico così complesso.

Una risposta esaustiva la troviamo nella definizione della Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), secondo la quale: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”.

Dunque, la salute è un fenomeno complesso. Tuttavia, nell’immaginario comune quando si pensa a una persona in una condizione di “benessere” si tende spesso, in maniera riduzionistica, a immaginarla fisicamente in forma, magari con una bella vita o ancora come una persona intelligente e di successo che di conseguenza sarà felice e soddisfatta.

In realtà, per avere successo ed essere felici nella vita sembrerebbe non essere sufficiente essere i “primi della classe” ma che invece una delle chiavi più importanti per stare bene con sé stessi e gli altri sia quella che Daniel Goleman, psicologo statunitense, per la prima volta nel 1996 nel libro “Intelligenza Emotiva: Che cos’è e perché può renderci felici”, chiamò quoziente emotivo (QE). Il QE o Intelligenza Emotiva si compone di diverse abilità molto importanti che permettono di sostenere la salute mentale, il benessere psico-sociale e influenzarne quello fisico.

Studi psicologici sulle reazioni fisiologiche e il comportamento umano, ad esempio, hanno dimostrato che a differenza di ciò che si crede non esiste alcuna correlazione tra un alto quoziente intellettivo, il benessere e il successo se poi non si è in grado di riconoscere le proprie e altrui emozioni e gestirle a proprio vantaggio. Per esempio, il QE è ciò che ci rende (quasi tutti) capaci di non agire d’impulso quando arrabbiati, evitandoci di danneggiare relazioni importanti e quindi inficiare negativamente sulla nostra salute fisica, mentale e sociale.

Allenare l’intelligenza emotiva, inoltre, è stato dimostrato che rende più felici e permette di instaurare relazioni positive con noi stessi, con gli altri e la nostra percezione di “stare bene”.

Esistono 5 caratteristiche del QE che, in parte, possono essere allenate:

  • Autocoscienza: riconoscere le proprie emozioni per produrre risultati
  • Autoregolazione: modulare le proprie emozioni e impulsi
  • Competenze sociali: gestire le relazioni con gli altri
  • Motivazione: lavorare coerentemente verso i propri obiettivi
  • Empatia: comprendere gli altri percependone le emozioni

Dunque, la prossima volta che qualcuno vi chiederà “come stai?” rispondete indicandogli il livello del vostro QE.

IL TEST:

https://dentrolatanadelconiglio.com/test/intelligenza-emotiva-test

 

Daniela De Filippis – Medical Project Specialist

 

Referenze:

Goleman, D. (1995). Emotional intelligence. New York, NY, England.

Hrdailyadvisor.com: https://hrdailyadvisor.blr.com/2019/08/19/emotional-intelligence-applications-opportunities-and-criticism/

Rusan, N., Kozyr, B., Bushuyev, S., & Zaprivoda, A. ROLE OF EMPATHY, EMOTIONAL INTELLIGENCE, TRANSFORMATIONAL LEADERSHIP OF THE PROJECT SUCCESS. In Dortmund International Research Conference 2019 (p. 13).

02/09/2021

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