I sogni son desideri, ma possono essere campanello d’allarme di disturbi cognitivi.

“Prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni”.

(V.V.Gogh)

“Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”, disse un giorno l’attivista Eleanor Roosevelt. Ma anche gli incubi sono comuni nella popolazione. Circa il 5% degli adulti sperimenta incubi settimanalmente, con un ulteriore 12-40% che li sperimenta a frequenza mensile.

Queste percentuali sono probabilmente ancora più elevate se si considerano anche i “brutti” sogni, e non solo gli incubi.

Sebbene il significato clinico dei brutti sogni rimanga in gran parte sconosciuto, negli ultimi anni, la relazione tra sogni angoscianti ed esiti clinici nelle persone con declino cognitivo, demenza e malattia di Parkinson, ha ricevuto una crescente attenzione, a tal punto che, sulla base dei risultati di diversi studi, è stata avanzata la possibilità che tali patologie possano essere correlate a questa tipologia di sogni. O, meglio, che questi sogni possano essere un campanello d’allarme per la predizione dello sviluppo di queste patologie.

Un recente articolo pubblicato sulla rivista Lancet ha esaminato questa ipotesi, fornendo per la prima volta la prova di questa correlazione. Pertanto, questo studio suggerisce che lo screening per i sogni angoscianti, nella popolazione generale, può aiutare a identificare gli individui nella fase preclinica della demenza, e questo consentirebbe di sottoporre questi pazienti ad interventi precoci atti a prevenire il deterioramento cognitivo.

Approfondiamo la nostra curiosità qui, ma non spaventiamoci e, più che altro, non smettiamo mai di sognare!

13/02/2025

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