Il meccanismo cerebrale nelle decisioni
“Ognuno di noi è artista della propria vita: che lo sappia o no, che lo voglia o no, che gli piaccia o no.”
(Z. Bauman)
Nella nostra quotidianità prendiamo, spesso, decisioni non solo per nostro interesse ma anche a beneficio di altri individui.
Quando si prendono decisioni, esistono due strategie chiave: una, orientata all’obiettivo, prende in considerazione azioni e risultati, mentre la seconda è l’applicazione di un meccanismo abituale, in cui le azioni sono automaticamente suscitate dalle circostanze. Entrambe le strategie hanno in comune, a livello cerebrale, l’apprendimento attraverso l’osservazione.
L’applicazione di modelli di “value-based decision-making”, ossia processi decisionali basati sul valore, ai dati comportamentali, e alcune evidenze emerse da analisi di neuroimaging hanno permesso di scoprire come si comporta il nostro cervello quando deve prendere una decisione, in interazione con gli altri.
In breve, il nostro cervello:
- Assegna alle opzioni disponibili un valore soggettivo su una scala quantitativa
- Seleziona l’opzione con il più alto valore
- Aggiorna, di conseguenza, i valori delle opzioni, basandole sui risultati da lui, e da altri, sperimentate, e costruisce così un processo di apprendimento per quando si troverà a dover, successivamente, prendere scelte simili.
Di conseguenza, maggiore è il numero di decisioni che prendiamo non solo a nostro vantaggio, ma anche degli altri, e più saremo abituati a farlo.
Approfondiamo la nostra curiosità qui.
21/03/2024