Il peso delle parole.

“Le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo.”

(Buddha)

La percezione di sé e l’interazione con le altre persone sono intimamente e iterativamente connesse al linguaggio verbale.

Quanto rivelano della nostra personalità le parole che scegliamo, la tipologia di discorsi che intraprendiamo e le soluzioni che adottiamo nel guidare una discussione?

L’associazione tra linguaggio e la comprensione dello stato psicologico di un individuo è da anni oggetto di studio. Gli individui affetti da depressione, ad esempio, usano parole che esprimono emozioni negative e al singolare, parlando spesso in prima persona, rispetto agli individui che non sono depressi. E ancora, attenuano le differenze tra passato e presente nelle narrazioni personali e dimostrano una maggiore tendenza al rimuginio e ruminazione sulle esperienze passate piuttosto che su spiragli presenti o futuri.

Dal momento che oggi viene sempre più considerato il rapporto tra determinanti sociali e ambientali e l’influenza che questi hanno sullo stato di salute di un individuo, non stupisce che la valutazione della violenza, più o meno velata, che emerge dai discorsi delle persone sia diventata oggetto di analisi della terapia cognitivo-comportamentale (CBT), una tecnica di psicoterapia altamente validata.

Tale metodologia è fondata sul principio che la percezione degli eventi da parte di un individuo guidi le sue emozioni e comportamenti e che tutto ciò che va a costituire il sistema socio-ecologico nella vita di un soggetto debba venir preso in considerazione per poter predire stati patologici, presenti e futuri.

In questa immagine il concetto viene spiegato in modo semplice e chiaro.

Imparare ad ascoltare gli altri è un punto fondamentale, nelle interazioni personali, per poter aiutare le persone con cui veniamo in contatto e influenzare positivamente il loro pensiero presente e futuro. Ed evitare l’utilizzo di parole violente può avere un impatto fortemente significativo nelle nostre relazioni.

Gli autori di un recente studio pubblicato su BMJ open sottolineano però come, affinché le nostre parole siano efficaci e, ad esempio, possano ispirare l’orientamento al futuro, tale futuro “migliore” deve essere tangibile e accessibile, per poter essere “credibile”. E, dal momento che il futuro si costruisce dal presente, di certo vi sono oggi più presupposti positivi, rispetto al passato, per poter intraprendere un cambiamento concreto.

Approfondiamo la nostra curiosità qui.

10/04/2025

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