Le capacità mnemoniche del nostro cervello: quanto possiamo imparare e quanto è importante la perseveranza?
“Il nostro giocattolo più grande è il cervello”.
(C. Chaplin)
Quante parole possiamo tenere a mente? Quali informazioni aumentano realmente la nostra conoscenza e la nostra memoria? Quant’è la capacità decisionale del nostro cervello e quali informazioni superflue ci influenzano? E ancora, qual è il ruolo della perseveranza in un risultato?
Molte domande e ancora poche risposte a riguardo.
Negli anni, tanta attenzione è stata dedicata alla comprensione della memoria di lavoro, quella che potremmo definire “operativa”, per poter comprendere l’influenza delle informazioni di valore sui processi decisionali: il nostro cervello è in grado di filtrare le informazioni irrilevanti per lo scopo che ci accingiamo a compiere e, benché non sia chiara la modalità, immagazzina nella memoria solo quelle di valore.
Una caratteristica distintiva della memoria “operativa” è la sua capacità limitata e numerosi studi hanno rilevato differenze individuali nella capacità della memoria di lavoro, dimostrando che una capacità inferiore è associata a una ridotta abilità nel filtrare informazioni irrilevanti.
Ma in quale modo vengono distinte le informazioni utili da quelle irrilevanti, e quanto conta la perseveranza nel risultato di un lavoro?
Un recente articolo pubblicato su Nature è dedicato proprio all’influenza delle informazioni irrilevanti sulla nostra memoria, dal momento che, la nostra quotidianità non è fatta unicamente di informazioni “operative”, appunto. E ha cercato di comprendere il ruolo della perseveranza nelle nostre scelte.
174 lavoratori prolifici hanno completato tre sessioni di test online, in tre giorni consecutivi, ricevendo in cambio un compenso monetario quale stimolo.
I risultati sono interessanti:
- L’apprendimento irrilevante al fine del risultato, è stato associato ad una maggiore probabilità di scelta, se accompagnato da una ricompensa. Come a dire: se facciamo qualcosa di non utile ma che ci gratifica, continuiamo a farlo anche se irrilevante.
- L’apprendimento irrilevante è diverso dalla perseveranza: nel primo caso si compie un’azione per una ricompensa, nel secondo caso, un individuo che mostra perseveranza tende a ripetere le proprie scelte indipendentemente dalla ricompensa ottenuta.
- Chi ha una bassa capacità di elaborazione della memoria di lavoro, rispetto ai soggetti ad elevata, ha mostrato un incremento dell’apprendimento irrilevante, ma non di perseveranza.
In conclusione, in molti soggetti, se non viene visto un risultato a breve termine, il cervello desiste da apprendere informazioni di valore e si dedica ad azioni irrilevanti allo scopo.
Benché questo studio, apparentemente, non aggiunga nulla di nuovo ai meccanismi normalmente deducibili, in realtà, scientificamente prova quanto i meccanismi mnemonici siano molteplici e varino individualmente e che, di conseguenza, un sistema che funzioni al fine del risultato per tutti, sia estremamente difficile da definire.
Approfondiamo la nostra curiosità qui.
27/03/2025