Mindfulness e microbiota: l’asse intestino-cervello, dal punto di vista microbiologico

“Chi vive in armonia con sé stesso vive in armonia con l’universo”.

(Marco Aurelio)

Le persone ansiose possono sviluppare, nel corso della quotidianità o se sottoposte a periodi di intenso stress, attacchi di panico, riduzione delle capacità cognitive e della lucidità, disturbi ossessivo-compulsivi e altri problemi psicopatologici che ne comportano una riduzione della qualità della vita e, a lungo termine, possono determinare l’insorgenza di patologie croniche.

Negli ultimi anni il rapporto tra il microbiota intestinale e il nostro stato di salute è stato considerato sotto molteplici aspetti, non solo per quanto riguarda i meccanismi biologici, ma anche quelli comportamentali e psicosociali.

Da questi studi è emerso come il microbiota gastrointestinale può influenzare le funzioni cerebrali, i sintomi dell’umore e i comportamenti. E che, al contrario, la disbiosi del microbiota intestinale, ossia una condizione di squilibrio microbico causata da una crescita eccessiva e non proporzionata di popolazioni batteriche non probiotiche, possa provocare l’irritazione dell’apparato gastrointestinale ed è tipicamente osservata in individui con problematiche associate dell’umore, tra cui ansia, depressione e disturbo bipolare.

Una recente analisi evidenzia come il microbiota intestinale varia attraverso l’utilizzo di tecniche di rilassamento (mindfulness), contribuendo ancora una volta a spiegare un tassello del meccanismo dell’asse intestino-cervello e di come le tecniche di psicoterapia possano migliorare la salute mentale e intestinale delle persone.

Approfondiamo la nostra curiosità qui.

16/05/2024

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