Prendersi meno sul serio per vivere meglio. La scienza alla base dell’effetto Dunning-Kruger.
“Quando sei contento di essere semplicemente te stesso e non fai confronti e non competi, tutti ti rispetteranno”.
(Lao Tse)
Le persone hanno mediamente un’idea precisa di quanto siano intelligenti? La ricerca suggerisce che la risposta potrebbe essere no.
Al contrario, l’autostima dell’intelligenza e delle altre abilità spesso correla solo moderatamente con i reali, corrispondenti criteri oggettivi di performance. Sulla base di questa errata “calibrazione” tra reale e percepito, molti studi suggeriscono che le persone tendono a sopravvalutarsi.
Un esempio lampante di questa tendenza è il fatto che le persone credono, in risposta a test di autovalutazione, che le proprie capacità siano al di sopra della media. Questa tendenza alla sovrastima ha un nome, effetto Dunning-Kruger, e dipende dalla percezione e paragone che ogni individuo compie rispetto alle abilità delle persone, apparentemente, meno capaci ma che mostrano il più alto grado di sovrastima.
In parole semplici, ad esempio, se io penso di saper ballare e guardo il video di una persona che non sa ballare ma si atteggia come grande ballerino, istintivamente penserò di essere più bravo e di saper ballare ancora meglio di quanto sia il dato reale, valutato con i corrispondenti criteri oggettivi di performance (portamento, capacità fisica, resistenza, equilibrio, capacità di team-working, solo per citarne alcuni). Ecco, questo è l’effetto Dunning-Kruger.
I dati di un recente studio su un campione di 281 partecipanti a cui è stato sottoposto un test di autostima e i cui risultati sono stati valutati statisticamente, evidenziano, in linea con i precedenti studi, la problematica associata a questo atteggiamento: se apparentemente una persona che sovrastima le sue capacità, in prima istanza, risulta confidente e vincente, in realtà a lungo andare tenderà ad isolarsi dal gruppo di lavoro o personale (convinto lui solo di possedere gli strumenti idonei a compiere un’azione).
Questo porta ripercussioni negative sul lavoro di squadra e sulla salute del singolo che si troverà, in breve tempo, sovraccaricato di compiti che non è in grado di svolgere.
Approfondiamo la nostra curiosità in qui.
11/11/2024