Leggere sì, ma non dallo smartphone!
“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito … perché la lettura è un’immortalità all’indietro”
(Umberto Eco)
Sebbene i dispositivi elettronici abbiano apportato enormi benefici alla nostra quotidianità permettendoci, in pochissimi secondi, di accedere ad un numero immenso di informazioni e servizi, è oramai riconosciuto, attraverso molti studi, come al loro utilizzo siano associati anche alcuni aspetti negativi quali, ad esempio, l’affaticamento degli occhi o mal di testa, fino ad arrivare ad influenzare negativamente molti aspetti psicologici della nostra quotidianità.
Uno studio pubblicato su Scientific Report, rivista del gruppo Nature, ha confermato alcuni di questi assunti, in particolare ha evidenziato come, rispetto alla lettura su un supporto cartaceo, la lettura su uno smartphone promuove l’iperattività cerebrale nella corteccia prefrontale che si traduce in una ridotta comprensione dei testi.
Una delle possibili cause è la luce blu emessa dagli smartphone che sovrastimola le cellule gangliari retiniche che modulano l’eccitazione, causando stanchezza e senso di ansia ingiustificato, che vanno ad influire negativamente sull’apprendimento.
Proprio per questo, gli autori dell’articolo si sono concentrati sulle variazioni nella respirazione dei soggetti analizzati, giungendo alla conclusione che una ridotta comprensione della lettura sui dispositivi smartphone, può essere causata proprio da un ridotta respirazione associata ad un’iperattività della corteccia prefrontale, regione del cervello che svolge un ruolo fondamentale nei processi cognitivi, nella regolazione comportamentale e nelle funzioni esecutive quali pianificazione, organizzazione, e attuazione di azioni coordinate e strategiche.
Approfondiamo la nostra curiosità qui.
19/09/2024