Alzheimer e HIV
L’Alzheimer colpisce circa il 5% delle persone con più di 60 anni e in Italia si stimano circa 500mila ammalati.
L’Alzheimer è la forma più comune di demenza senile, che porta ad alterazioni delle funzioni cerebrali tali da compromettere le normali attività della vita quotidiana. La malattia colpisce la memoria e le funzioni cognitive e ciò si ripercuote sulla capacità di parlare, di pensare e di agire del malato
Ad oggi sono in corso numerosi progetti di ricerca per individuare terapie efficaci nella cura di questa malattia. Purtroppo, però, gli interventi disponibili non sono ancora risolutivi e puntano solo a contenere i sintomi.
Uno studio scientifico appena pubblicato sulla rivista Nature ha aperto la strada a nuove prospettive terapeutiche, scovando sorprendentemente una connessione fra l’Alzhaimer e l’infezione da HIV. Analizzando i neuroni dei cervelli di 7 pazienti anziani che avevano avuto forme non ereditarie di Alzheimer, sono state osservate migliaia di varianti anomale del gene APP, precursore della proteina beta-amiloide, caratteristica della malattia. Gli scienziati hanno scoperto che i neuroni dei pazienti con Alzheimer sono soggetti a un frequente riarrangiamento genico ad opera dell’enziama trascrittasi inversa. Poiché questo stesso enzima viene sfruttato dal virus dell’HIV per infettare le cellule, le terapie anti-HIV che prendono di mira la trascrittasi inversa potrebbero essere utili per contrastare questo meccanismo. Non è un caso forse che i pazienti anziani con HIV in trattamento antiretrovirale mostrino un’incidenza di Alzheimer inferiore rispetto alla media.
Fonti
Lee M.H. et al.; Nature 2018; 563: 639–645.
09/01/2020