Artrite reumatoide, una questione di genere?
L’insorgenza di artrite reumatoide può dipendere da numerose condizioni e può variare notevolmente in base all’area geografica e al periodo storico; pertanto, non può essere spiegata solo con i fattori genetici.
Diversi studi si sono susseguiti per indagare le cause che portano allo sviluppo di artrite reumatoide. La raccolta dei dati ha riportato un andamento altalenante dell’incidenza ma, in particolare, è un aspetto curioso a colpire l’attenzione: nel corso dello studio condotto da Perdersen et al., infatti, si è verificato un aumento dei casi di artrite reumatoide nel periodo che andava dal 1995 al 2001, in particolar modo nel genere femminile. Questo andamento è stato poi confermato anche in uno studio successivo pubblicato nel 2010 che ha esaminato il periodo storico tra il 1955 e il 2007. I motivi con cui gli scienziati hanno giustificato questa tendenza sono diversi, ma quasi tutti riconducibili ai differenti comportamenti sociali adottati dalle donne.
- Un ruolo fondamentale lo gioca la contraccezione orale. In passato la pillola anticoncezionale ha dimostrato di essere associata a un effetto protettivo dose-dipendente verso lo sviluppo di artrite reumatoide. I contraccettivi moderni invece, contenendo dosi significativamente più basse di estrogeni sintetici rispetto a quelli prescritti decenni fa, comportano una minore protezione contro lo sviluppo della patologia nel corso del tempo.
- Un altro fattore specifico di genere è l’allattamento al seno che ha un effetto protettivo nei confronti dello sviluppo di artrite reumatoide. Questo risulta più significativo tra chi può o sceglie di allattare al seno a lungo termine (inteso come periodo uguale o maggiore ai 24 mesi).
- Il fumo di sigaretta è un fattore di rischio ambientale altamente associato all’insorgenza di artrite reumatoide in entrambi i sessi. Poiché la percentuale di fumatori sta diminuendo più rapidamente tra il genere maschile rispetto a quello femminile, questo può ulteriormente spiegare la mancata diminuzione del tasso di incidenza di artrite reumatoide tra le donne.
A questi si aggiungono anche altri fattori come la carenza di vitamina D, infezioni, vaccinazioni, obesità e stato socio-economico.
Questi risultati, considerati nel loro insieme, suggeriscono che l’effetto cumulativo di diversi fattori ambientali può incidere sull’aumento di incidenza in un determinato genere, nel periodo di tempo osservato. Chiaramente, non possono essere gli unici aspetti responsabili e non si può quindi escludere l’effetto di altri fattori di rischio sconosciuti o non presi in considerazione.
In occasione dell’evento Science Unplugged la Dott.ssa Francesca Romana Spinelli, Ricercatore in Reumatologia, Dipartimento Medicina Interna e Specialità mediche del Policlinico Umberto I di Roma, ha affrontato il complesso tema della differenza di genere in reumatologia, discutendo le differenze di incidenza delle patologie reumatologiche in base al genere di appartenenza.
Ascolta l’intervento integrale della Dott.ssa Spinelli in versione PodLIFE
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Referenze:
- Pedersen JK, et al. Open Rheumatol J. 2007; 1:18–23.
- Myasoedova E, Arthritis Rheum. 2010; 62 (6): 1576-82.
06/07/2023