Burnout lavorativo: che cos’è e come affrontarlo

Nella società odierna, il burnout lavorativo (o job burnout) rappresenta uno dei più importanti rischi sociopsicologici occupazionali, deleterio per chi lo affronta, ma anche per le stesse realtà aziendali.

Ma cos’è effettivamente il burnout lavorativo? Riconosciuto dall’OMS nel 2019 come “fenomeno occupazionale”, rappresenta una risposta individuale allo stress cronico dovuto al lavoro, che può causare danni a livello cognitivo, emozionale e attitudinale, con ripercussioni negative sulle relazioni con i colleghi in ambito lavorativo e sul ruolo professionale ricoperto. È esclusivo della vita professionale, nonostante condivida sintomi con altre forme di stress. Per tale ragione, il professionista, al momento della diagnosi, deve assicurarsi che non siano presenti altre patologie concomitanti, come depressione o ansia.

Il job burnout è caratterizzato da tre dimensioni:

  1. mancanza di energie o esaurimento, che portano a una difficoltà ad adattarsi all’ambiente di lavoro, poiché manca l’energia sufficiente per affrontare i propri compiti lavorativi;
  2. senso di distacco, sentimenti negativi o cinismo nei confronti delle proprie attività lavorative, che si concretizzano in comportamenti negativi o inappropriati e irritabilità, portando a sottrarsi alle relazioni interpersonali sul posto di lavoro;
  3. riduzione della produttività professionale, dubbi sulle proprie capacità lavorative e tendenza a valutarne negativamente i risultati.

Quali sono le cause? I fattori scatenanti si possono dividere in due grandi categorie: fattori organizzativi, come carichi di lavoro molto alti, e fattori individuali, quali la personalità dell’individuo e le strategie messe in atto per affrontare determinate situazioni. Ad esempio, avere una visione positiva ed essere aperti a nuove esperienze, risulta essere un atteggiamento protettivo nei confronti del burnout.

Il test più utilizzato e validato per diagnosticarlo è il Maslach Burnout Inventory (MBI), creato in prima battuta per diagnosticare il burnout nel settore sanitario e poi adattato per essere applicato a tutti i settori e ai differenti contesti lavorativi e culturali di diversi paesi, tra cui anche l’Italia.

La prevenzione del burnout gioca un ruolo importante e consiste nell’eliminare o ridurre i fattori di rischio, sia da parte delle aziende, dando ai lavoratori un adeguato supporto, adattamenti lavorativi e formazione su come affrontare i rischi psicosociali, sia da parte dei lavoratori stessi, che possono proteggersi cercando di fare esercizio fisico o attività di mindfulness ma anche organizzando al meglio il proprio tempo lavorativo. Nel caso in cui l’esaurimento sia già in fase di sviluppo, o conclamato, la psicoterapia risulta essere l’unica soluzione efficace.

Per concludere, è evidente come il burnout sul lavoro costituisca un problema di grossa entità e come per combatterlo sia necessario porre più attenzione da parte delle aziende ad un ambiente e a dei ritmi di lavoro sani, con orari flessibili, per raggiungere un adeguato work-life balance.

Fonti:

  1. Edú-Valsania S, Laguía A, Moriano JA. Burnout: A Review of Theory and Measurement. Int J Environ Res Public Health. 2022 Feb 4;19(3):1780. doi: 10.3390/ijerph19031780.
  2. https://www.who.int/news/item/28-05-2019-burn-out-an-occupational-phenomenon-international-classification-of-diseases

04/05/2023

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