Cosa mangeremo da adulti? Le nostre preferenze alimentari potrebbero formarsi già nel grembo materno.
Negli ultimi anni si è registrato un aumento significativo dei disturbi alimentari, come sovrappeso e obesità. Si stima che un terzo della popolazione mondiale ne sia colpito e che circa il 5% delle morti globali sia attribuibile a loro comorbidità. Ma da dove nasce questa tendenza?
Sebbene le cause di queste condizioni siano complesse e multifattoriali, derivando da una combinazione di fattori genetici e comportamentali, oramai è chiaro che diete poco equilibrate e un consumo eccessivo di cibi ricchi di grassi e zuccheri svolgano un ruolo importante. Queste abitudini alimentari poco salutari si sviluppano nel tempo, favorite dalla crescente disponibilità di cibi appetitosi e facilmente accessibili, che ci tentano a ogni angolo.
Recenti studi, però, suggeriscono che la preferenza per certi alimenti potrebbe iniziare molto prima di quanto si pensi, addirittura nel grembo materno!
È stato dimostrato che, a partire dalle ultime settimane di gestazione, i feti possono riconoscere sapori e odori dei cibi consumati dalla madre. Questo accade perché il liquido amniotico trasporta le molecole dei cibi ingeriti dalla madre, permettendo loro di “assaporare“. La cosa più sorprendente è che queste esperienze possono lasciare una “memoria gustativa”, che potrebbe influenzare le preferenze alimentari dopo la nascita.
Un recente studio, infatti, ha dimostrato che i neonati di madri che avevano bevuto regolarmente quantità controllate di succo di carota nelle ultime settimane di gravidanza e durante l’allattamento preferivano cereali al gusto di carota rispetto a bambini le cui madri avevano bevuto solo acqua. Similmente, neonati di madri che avevano consumato regolarmente anice, un sapore generalmente non gradito ai bambini, mostravano una preferenza per questo sapore.
Ma quale potrebbe essere il significato evolutivo di questa “memoria gustativa”? Conservare un ricordo dei sapori e degli odori del grembo materno potrebbe aiutare il neonato a riconoscere spontaneamente la madre al momento della nascita. Inoltre, poiché il latte materno ha un sapore simile a quello del liquido amniotico, questo favorirebbe l’allattamento e rafforzerebbe il legame madre-figlio.
Come visto, gli studi suggeriscono che i primi “assaggi” prenatali possono lasciare anche un’impronta più duratura, influenzando le preferenze alimentari dopo la nascita. Ricerche future dovranno chiarire se queste memorie gustative si mantengono nel tempo, condizionando le nostre scelte alimentari quotidiane.
Le prime indicazioni ottenute sottolineano l’importanza della dieta materna durante la gravidanza, non solo per il benessere immediato del bambino, ma anche per la prevenzione di futuri disturbi alimentari. Educare i bambini a una dieta equilibrata significa coltivare adulti più sani per il futuro. Quanto prima si comincia, meglio è: l’ideale è iniziare già dal grembo materno!
Fonti:
- Marks, David F. “Homeostatic theory of obesity.” Health psychology open vol. 2,1 2055102915590692. 29 Jun. 2015, doi:10.1177/2055102915590692
- Benoist Schaal, Luc Marlier, Robert Soussignan, Human Foetuses Learn Odours from their Pregnant Mother’s Diet, Chemical Senses, Volume 25, Issue 6, December 2000, Pages 729–737,
- Mennella, J A et al. “Prenatal and postnatal flavor learning by human infants.” Pediatrics vol. 107,6 (2001): E88. doi:10.1542/peds.107.6.e88
21/11/2024