Gli effetti antidolorifici della risata
“Ma se ridi poi vuol dire che una cosa la so fare / Se mi lancio in un’aiuola casco e non mi faccio male” canta Cesare Cremonini nella sua canzone “Il comico”.
E sembra proprio che le parole del cantautore bolognese non si allontanino molto dalla realtà.
Lo dice la scienza: dopo una risata in compagnia la soglia del dolore aumenta.
Infatti, in uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience, 12 soggetti di sesso maschile hanno assistito alla proiezione di clip comiche per 30 minuti in due situazioni differenti: una prima volta da soli e una seconda volta in compagnia dei loro amici intimi.
Al termine di ognuna di queste situazioni, i ricercatori hanno misurato il rilascio di oppioidi endogeni – le molecole che controllano lo stimolo doloroso – nel cervello dei partecipanti. I ricercatori hanno visto come la risata sociale aveva aumentato le sensazioni piacevoli e innescato il rilascio di oppioidi endogeni in diverse aree del cervello, quali talamo, nucleo caudato e insula anteriore.
Per comprendere meglio la loro scoperta, i ricercatori hanno poi effettuato un altro esperimento: in questo caso il gruppo di studio – composto da uomini e donne – ha assistito alla proiezione di clip comiche e clip drammatiche. L’esito di questo nuovo esperimento è ancora più interessante: si è osservato infatti che quando i partecipanti assististevano alle commedie che provocavano risate la loro soglia del dolore aumentava di molto rispetto a quando assistevano alle clip drammatiche.
Ridere, quindi, innesca una serie di sensazioni piacevoli e di risposte fisiologiche in grado addirittura di avere degli effetti antidolorifici.
Forse dovremmo seguire tutti il consiglio di Renato Zero: “Sorridere sempre/ ostinatamente / L’ottimismo serve / E’ quella spinta in più / Se il volto si accende / è un fatto, è importante / Il mondo si arrende / Se sorridi tu”. Questi cantantautori ci vedono lungo!
Manninen,S. et al. ; Journal of Neuroscience 2017; 37 (25) 6125-6131
04/02/2019