Uno sguardo al futuro con i robot umanoidi

Il termine robot umanoidi si riferisce a robot che per forma fisica e capacità sono simili agli esseri umani.

Un robot umanoide è dotato di testa, braccia e busto e, in alcuni casi, anche di gambe e le sue abilità simulano quelle di un essere umano. Il primo robot umanoide chiamato WABOT-1 (WAseda roBOT-1) è stato costruito in Giappone nel 1973 ed era unicamente in grado di camminare in modo semi-statico, riconoscere oggetti e manipolarli con le mani. Da allora, numerose ricerche condotte in tutto il mondo hanno permesso di realizzare robot umanoidi in grado di compiere movimenti più fluidi e dinamici, realizzare attività complesse (come aprire una porta, guidare veicoli, salire le scale) e integrare alcuni stimoli ambientali per interagire con gli esseri umani e con l’ambiente.

Secondo la Dott.ssa Linda Lastrico – ospite della puntata ‘’Neuroscienze: Evoluzione dell’intelligenza’’ di Science Unplugged – lavorare con i robot umanoidi diventa uno strumento per conoscere i processi che guidano l’intelligenza umana e le interazioni sociali. In particolare, la sua ricerca presso l’IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) è incentrata sullo studio di un robot umanoide chiamato iCub, dotato di un corpo e di sensori che gli permettono di fare esperienza del mondo circostante, simulando i processi alla base dell’intelligenza umana. iCub è infatti dotato di led che riproducono espressioni facciali e può riprodurre gesti in risposta a input che provengono dall’ambiente circostante.

Un altro aspetto interessante di questi robot è la loro potenziale applicazione nel mondo del lavoro, nell’ottica di instaurare una collaborazione uomo-robot. Ad oggi, ad esempio, abbiamo già a disposizione robot in grado di sostituirci in attività pericolose come esaminare spazi difficili da raggiungere o disinnescare ordigni e aiutarci in compiti faticosi come il sollevamento di carichi pesanti.

Ma esistono anche robot operanti in ambito sanitario ampiamente utilizzati in contesti ospedalieri per coadiuvarci in una serie di attività quali operazioni chirurgiche, servizi di gestione dei farmaci, assistenza domiciliare per anziani e disabili, controllo della pressione sanguigna, rilevazione della temperatura dei pazienti.

A partire dal 2020, la pandemia da Covid-19 ha accelerato lo sviluppo della robotica in ambito sanitario, con l’introduzione di robot umanoidi negli ospedali a livello mondiale per raccogliere informazioni sui pazienti potenzialmente esposti al virus, nell’ottica di ridurre i contatti umani e quindi le possibilità di contagio. Per lo stesso motivo, durante il periodo di pandemia, sono stati messi a punto robot in grado di disinfettare superfici e pavimenti di negozi, smistare nei centri di riciclaggio, supportare la sicurezza negli aeroporti e assistere nelle pratiche di check-in.

Ad oggi, il mondo del lavoro è quindi uno scenario in continua evoluzione, sono ancora tante le sperimentazioni da fare nel campo della robotica e il futuro potrebbe essere diverso da quello che conosciamo. Secondo voi, avremo presto tutti un robot umanoide come collega?

Puoi ascoltare l’intervento integrale della Dott.ssa Lastrico in versione PodLIFE o guardare la puntata Science Unplugged – “Neuroscienze: Evoluzione dell’intelligenza” qui.

Fonti

Eiichi Yoshida. Robots that look like humans: a brief look into humanoid robotics. Mètode Science Studies Journal: Annual Review, ISSN 2174-3487, ISSN-e 2174-9221, Nº. 9, 2019 (Ejemplar dedicado a: The grounds of science), págs. 142-151.

Ozturkcan, S., & Merdin-Uygur, E. (2022). Humanoid service robots: The future of healthcare? Journal of Information Technology Teaching Cases, 12(2), 163–169. https://doi.org/10.1177/20438869211003905

26/09/2023

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