Age of cynism

Siamo nell’era del cinismo.
Lo racconta l’ultima edizione dell’indagine promossa da Havas per Meaningful Brands secondo cui il gap tra aspettativa e realtà per i consumatori è sempre più ampio.
E i dati dalla ricerca condotta su un campione di 395 mila persone in tutto il mondo confermano il messaggio che Meaningful Brand porta avanti da tempo: se la maggior parte dei brand scomparisse domani, nessuno se ne accorgerebbe.
È un cinismo che si combatte con il rispetto per la vita in ogni sua forma e con azioni concrete a difesa dell’ambiente, delle persone o degli animali.
Gli highlights della ricerca:
Manca la fiducia: meno della metà (47%) dei brand si meritano la fiducia dei consumatori.
Fare del bene porta bene: il 64% delle persone intervistate (+10% rispetto al 2019) dichiara di preferire acquistare i prodotti di un brand impegnato nel sociale.
Attenzione alle promesse non mantenute: è sempre più difficile riacquisire una buona reputazione dopo essersi macchiati di un danno di immagine come il “CSR washing”.
Le opportunità per i brand:
Alla ricerca di meaningful experience: il 66% dei consumatori si aspetta che i brand siano in grado di offrire un’esperienza di valore. Non è un caso infatti che le aziende del mondo dell’home entertainment e della tecnologia abbiano migliorato la loro brand image durante la pandemia.
Aiutare in tempo di crisi: il 77% dei consumatori si aspetta che i brand si impegnino nel supportare le persone in difficoltà durante una crisi come quella sanitaria. Il ritorno di immagine è immediato e fondamentale per stringere nuove connessioni nel breve periodo.
La Gen Z pretende più inclusione: i più giovani non hanno paura di chiedere trasparenza, cercare la propria individualità e pretendere il rispetto delle diversità. È una generazione che pensa a eliminare le ineguaglianze tra le persone e dimostra supporto incondizionato per i brand che sposano tematiche sociali come queste.
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