Malattie rare e orfane: comunicazione di successo in un mondo in evoluzione

Chi lavora nella comunicazione healthcare lo sa: annoiarsi è impossibile.

La sfida oggi è creare contenuti dall’alto rigore scientifico con storytelling coinvolgenti ed empatici, esprimendo la centralità del paziente con l’obiettivo di migliorare la vita delle persone.

Se oggi il mercato delle malattie rare e orfane gode di un grande sviluppo grazie a incentivi, come quelli dell’Orphan Drug Act, ai progressi nella ricerca genomica e all’uso dell’intelligenza artificiale, è vero ancora che nell’ambito delle malattie rare e orfane abbiamo a che fare con due aspetti di criticità: riconoscere la malattia e personalizzazione.

IDENTIFICAZIONE
Sebbene gli strumenti volti alla diagnosi siano sempre più evoluti, nel caso delle malattie rare e orfane, è ancora molto complesso riuscire a riconoscere correttamente e in tempi brevi le patologie. Ci vogliono fino a 4 anni per ricevere una diagnosi.
Per questo è importante lavorare per creare maggiori connessioni tra gli ambiti coinvolti e per facilitare l’individuazione dei centri specializzati adeguati per ogni paziente nel minor tempo possibile.

PERSONALIZZAZIONE:
Parlare di malattie rare e orfane richiede un approccio vero ed empatico. Per farlo è necessario conoscere e ascoltare le persone a cui ci rivolgiamo, sapendo che quando creiamo un messaggio dobbiamo essere pronti a considerare anche le possibili reazioni di chi lo legge.  

La comunicazione non è rilevante se non saremo capaci di creare un punto di incontro tra identificazione della malattia e il bisogno di una maggiore personalizzazione.
Nella comunicazione healthcare lavoriamo a qualcosa che influenzerà il cambiamento, per questo è così importante farlo nella maniera corretta.

Per approfondire, leggi l’articolo completo qui.

28/11/2023

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