Metaverse: the New Age of Experience

Siamo pronti a immergerci in una nuova era?

È tutto connesso tra reale e digitale, e così anche il nostro modo di vivere le esperienze.

Ma la percezione di questo confine non è uguale per tutti; per questo nasce “Metaverse: the New Age of Experience”: il report di Havas Group che mette a confronto la prospettiva su metaverso e digitale di 14 mila persone in 30 aree nel mondo.

Ecco il report, in 4 punti:

I prosumer sono pronti per una meta-life

Il metaverso è ovunque: nei canali di informazione, nei programmi finanziari, nella mente dei consumatori.

Facebook si evolve in Meta e i dati confermano che è già parte di noi. L’89% del campione global prosumers dichiara infatti di averne sentito parlare almeno una volta.

Una consapevolezza però ancora non del tutto omogenea: sono soprattutto i mercati emergenti e i Paesi più giovani a riconoscersi più in linea con i nuovi trend e il loro potenziale. In Argentina, Brasile, Messico, Peru, Singapore, Emirati Arabi, Paesi con un’età media dai 29 ai 33 anni, le persone si dimostrano più vicine a questo mondo.

La frattura è in atto

Mentre 9 su 10 ragazzi della Generazione Z (dai 18 ai 24 anni), affermano di conoscere il metaverso e le sue piattaforme, meno della metà dei baby boomer (46%) può dire lo stesso.

In realtà la definizione stessa di metaverso è usata solo dalle generazioni più mature. Per i nativi digitali, è semplicemente una parte della vita di tutti i giorni che non richiede alcuna etichetta.

 

Chi dubita, chi ci crede

Chi risponde da un Paese con un’economia emergente (Brasile, Cina, India) è più portato a vedere il metaverso come naturale evoluzione di internet rispetto a coloro che vivono in nazioni più sviluppate (Francia, UK, USA). Parliamo di “Believers” e “Doubters”.

Quasi la maggioranza dei prosumer nei Paesi “Believers” è propensa a vivere nuove opportunità nel mondo virtuale prima che quello reale; opinione condivisa solo da un terzo dei prosumer nei Paesi “Doubters”.

La differenza è nell’approccio. E nella maggiore o minore propensione a immergersi in una nuova dimensione.

Per i “Doubters” infatti il metaverso è un interessante luogo da esplorare; per i “Believers” è un nuovo posto in cui vivere.

Al di là del buzz, cosa offre il metaverso?

È un luogo in cui socializzare.

Per metà degli intervistati, per esempio, giocare online è un buon modo per tenersi i contatti con gli amici della vita reale.

Cosa che si è rivelata sempre più concreta durante la pandemia, un momento di grande solitudine per la maggior parte dei prosumer.

È un gioco di identità.

Il metaverso è uno spazio in cui sperimentare e immergersi in nuove identità. Non siamo più noi ma siamo gli avatar che ci rappresentano e grazie a loro siamo più liberi di esprimere noi stessi, senza giudizio.

Quasi 2/3 dei prosumer considerano il metaverso più inclusivo su temi come razza, genere e identità rispetto al mondo reale.

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18/11/2022

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